In Sicilia il lavoro c’è? Sì, ma i giovani non riescono a trovarlo perché non hanno la giusta formazione. Uno degli ennesimi paradossi dell’Isola vede da un lato un alto tasso di disoccupazione giovanile e dall’altro numerose imprese siciliane alla ricerca di personale senza però riuscire a trovarlo.
Una situazione fotografata dall’Istat che ha registrato tra i giovani laureati siciliani uno dei tassi di occupazione più bassi d’Italia e al contempo, tra gli under 35, la più elevata percentuale di Neet, ovvero di persone inattive (pari al 52%). Non solo. Nel 2023 in Sicilia sarebbero stati necessari oltre 60 mila addetti, ma il 50% delle aziende ha denunciato forti difficoltà nel reperirli. A questo problema, già di per sé drammatico, si aggiunge quello dell’impoverimento demografico: sempre più persone vanno via verso altre regioni del Nord, che risultano più attrattive.
A confermare i dati Istat è l’ultimo bollettino Excelsior di Unioncamere e Anpal che mette a confronto i dati nazionali e regionali tra 2022 e 2023. La fotografia che ne emerge vede una Sicilia dall’economia debole, dove prevale il settore terziario, con una richiesta elevata di lavoro povero, non specializzato.
Le professioni più richieste sono infatti quelle di addetti alla ristorazione, addetti alle vendite, operai edili specializzati, addetti alle pulizie, conduttori di veicoli e tecnici della salute.
Lavoro in Sicilia, il mismatch tra domanda e offerta
Nonostante il ritmo di crescita sia inferiore rispetto al biennio precedente, nel 2023 prosegue l’andamento positivo della domanda di lavoro delle imprese. In particolare, le imprese che assumono sono passate dal 58% del 2022 al 60% del 2023, ma il 38% dei posti offerti resta vacante perché di “difficile reperimento”, come rivela l’indicatore del Bollettino.
In particolare, in Sicilia ci sono state oltre 34mila offerte di lavoro per i giovani sotto i 29 anni e di queste quasi 19mila posti sono rimasti vacanti. Si tratta di oltre il 40% di posti offerti rimasto vuoto per mancanza di candidati (22,7%) e per preparazione inadeguata (13,5%).
Le imprese dell’Isola faticano a trovare meccanici artigianali, specialisti di scienze della vita, ovvero biologi, botanici, zoologi, agronomi, veterinari, farmacisti, fonditori, saldatori e lattonieri, tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi.
E ancora, mancano operai specializzati in installazioni e manutenzioni elettriche, operai specializzati nelle rifiniture delle costruzioni, tecnici informatici e delle telecomunicazioni, operatori della cura estetica, addetti della ristorazione, operai edili specializzati.
Qual è la preferenza di genere e il tipo di contratto
Solo il 18% riguarda la richiesta di forza lavoro femminile, mentre per il 47% delle offerte il genere è indifferente. La forma di collaborazione proposta vede una netta prevalenza del lavoro dipendente (86,4%) rispetto al lavoro autonomo (11,4%), con contratti a tempo determinato per ben il 63,5% dei casi, contro il 18,6% di contratti a tempo indeterminato.