Dove si nasconde il male? Come si fa a riconoscerlo? Si annida negli anfratti più segreti, o nelle case più in vista, si cela dietro vicini di casa che salutavano sempre o dietro doppi petti griffati, mariti abbandonati o all’uscita delle discoteche i sabati sera.
O anche nelle campagne di Altavilla Milicia, un paese del palermitano, dove un marito e una figlia sterminano la famiglia per eliminare il diavolo che si era impossessato dei familiari.
E in quel momento, a tutti noi che ci ritentiamo normali, che guardiamo con orrore alla follia dei nostri concittadini, ci sovviene la madre di tutte le domande: ma come è possibile?
Cosa passa nella testa di un uomo e della figlia per far sì che compiano le peggiori nefandezze in nome di Dio? Come fare per evitare che il fanatismo di ogni tipo e risma degeneri fino a commettere atroci delitti?
Al di là delle analisi degli esperti incaricati di scavare nelle menti distorte degli psicolabili e oltre le considerazioni sociologiche sulle quote di degenerazione di ogni comunità, passa nelle menti di ciascuno il quesito su come potere riconoscere il male, su come poterlo combattere, prevenirlo o contrastarlo.
Il male nella storia dell’uomo c’è sempre stato, in quote diverse si annida dentro ognuno di noi, e una società sana affida alle agenzie educative il compito di controllarlo e limitarlo. Ma il male è subdolo, infido, e viene fuori quando meno te lo aspetti, non riesci a limitarlo, a riconoscerlo per tempo, a debellarne la forza distruttiva.
Che sia attraverso un ignorante fanatico o un capo di Stato tirannico, un serial killer americano o un bruciatore di cani palermitano, il male farà sempre la sua comparsa con l’unica nota comune che connoterà la sua azione: la mancanza totale del minimo sindacale di empatia, di quella quota di identificazione nell’altro che ci consenta di avere rispetto per una vita umana, e di fermare la propria aggressività prima che sia troppo tardi.
Forse il progresso potrebbe concentrarsi sulla ricerca del bene, accantonando altri tipi di ricerche.
Altrimenti discuteremo ancora per tanto tempo sul male e sui suoi nascondigli.
Nella foto Giovanni Barreca, accusato di aver torturato e ucciso la moglie Antonella Salomone.