La protesta degli agricoltori siciliani sembra voler passare a un livello successivo. Ieri sera a Caltanissetta una riunione fiume con i rappresentanti dei presìdi di tutta l’Isola per dare unità e coordinamento all’azione che sta nascendo sul territorio. “È stata molto costruttiva – dice a Dieci Franco Calderone, coordinatore e promotore del cosiddetto movimento dei trattori – Abbiamo gettato le basi per una organizzazione del movimento degli agricoltori. Cambieremo passo e costringeremo la politica a venire nelle piazze”.
Si guarda alla politica, dunque, ma cercando di non farsi contaminare. “Al momento è stata raccontata la protesta come se fosse fatta da tante realtà disunite – continua l’agricoltore -. Non è così, siamo in grado di metterci insieme e lavorare per quello che chiediamo”. E sulla possibilità di una strumentalizzazione della loro lotta da parte della politica, Calderone ha le idee chiare: “Se vogliono stare al nostro fianco facciano pure, ma lo facciano con i fatti. Noi siamo lontani da qualsiasi strumentalizzazione: è una protesta che nasce dal basso, nessuno deve metterci il cappello“.
Abbiamo chiamato la nostra manifestazione “La Sicilia alza la voce”, adesso, accanto a questo nome, metteremo anche la scritta “Siamo quello che cercavamo”. Una frase importante, perché dopo anni di richieste alla politica, alla ricerca di qualcuno che facesse qualcosa, abbiamo capito che gli unici che possono fare qualcosa per noi siamo noi stessi. E non è una questione che riguarda solo agricoltori e allevatori, ma tutti. La crisi del nostro settore non riguarda solo noi, ma anche le persone che vanno a fare la spesa, che mangiano, protestiamo per tutti e tanti si aggiungeranno al nostro fianco».
Intanto si stanno pianificando nuove manifestazioni: lunedì gli agricoltori saranno sulla Palermo-Catania, all’altezza dello svincolo di Bolognetta, mentre altre frange in altre province porteranno avanti sit e proteste, in attesa che qualcuno li ascolti.