Come è potuto accadere? I giovani catanesi si interrogano sul dramma della tredicenne violentata a Villa Bellini. La Festa di Sant’Agata 2024 si è ormai conclusa. Fede, devozione, culto, folklore ed emozioni non sono mancate, con migliaia di persone che si sono riversate nel cuore della città per tre lunghissimi giorni senza pause. Ma le celebrazioni per la Patrona sono state macchiate da quanto accaduto ai giardini comunali il 4 febbraio.
Proprio lì, nel pomeriggio, una ragazzina è stata aggredita e violentata da un branco di 7 giovani – la maggior parte minorenni – mentre si trovava in compagnia del suo fidanzatino, costretto ad assistere inerme alla scena.
Tre dei 7 giovani, di nazionalità egiziana, sono finiti in carcere su disposizione del GIP del Tribunale di Catania con l’accusa di violenza sessuale di gruppo aggravata: due hanno meno di 18 anni, uno è da poco maggiorenne. Sgomento, rabbia, tristezza. Un’altra vita segnata per sempre, a soli 13 anni: non è giusto.
Un cancro che sembra impossibile da debellare, con le esperienze del passato (come la tragedia recente della povera Giulia Cecchettin) che non riescono ad insegnare nulla.
Ma perché accadono ancora questi fatti atroci nel 2024? Perché l’uomo non rispetta la libertà e la volontà altrui? È un problema di valori, di educazione, di una mentalità improntata al becero patriarcato?
Le domande sono banali, le soluzioni per debellare atrocità simili complesse da trovare. C’è chi come il ministro Matteo Salvini invoca la “castrazione chimica” per coloro i quali si macchino di tali reati: potrebbe funzionare in Italia? Potrebbero bastere pene più severe? O serve agire a monte, prevenire agendo sul tessuto sociale?