Situazione ambientale critica per la Sicilia dopo un 2023 caldo e un 2024 che si preannuncia caldissimo, mettendo a rischio diverse specie tra cui le api che a causa delle temperature anomale si sono risvegliate, sintomo di uno stravolgimento ambientale. Nell’Isola si teme soprattutto per l’ape nera, specie tipica.
Un monitoraggio della Coldiretti ha portato l’associazione a lanciare l’allarme: “Le temperature ben al di sopra della norma e le ripetute giornate di sole di questo febbraio anomalo ingannano 50 miliardi di api presenti sul territorio nazionale che si sono risvegliate in anticipo per la finta primavera”. Un 2023 bollente quindi che ha fatto registrare il 14% di precipitazioni in meno ed una temperatura superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020.
Caldo, quali rischi per le api?
Le temperature invernali toccano anche i 20 gradi facendo riattivare le api che escono dagli alveari e rischiano di morire di freddo se restano fuori dalle arnie quando le temperature si abbassano al calar del sole.
Altro rischio è la forte siccità che la Regione vive è causa della carenza di fioriture. Questo fa consumare energie alle povere api, senza che ci siano raccolti, con l’ulteriore problema della conseguente carenza idrica. Così i produttori sono costretti ad intervenire con alimentazione zuccherina, per sostenere le famiglie di api, che rischiano perdite consistenti.
Ma perché sono così importanti le api per l’uomo e l’ecosistema? Il loro ruolo riguarda direttamente la sicurezza alimentare. Un terzo della produzione mondiale infatti dipenderebbe da insetti impollinatori tra cui, ovviamente, gli Apoidei. Rivestono un ruolo di regolazione ecosistemica, per questo il 70% delle colture agrarie di rilevanza mondiale beneficiano dell’impollinazione. Un pianeta senza api significherebbe il declino di molte specie.
Gli effetti del caldo fuori stagione
Il caldo fuori stagione, inoltre, favorisce in tutte le piante il risveglio prima del tempo, come per le mimose in anticipo di oltre un mese rispetto alla data dell’8 marzo con il pericolo di esporre le coltivazioni a una serie di danni. Ne risentono maggiormente le coltivazioni di legumi e cereali ma anche il foraggio nei pascoli che risulta in netto calo.
In Sicilia e Sardegna le diverse difficoltà portano ad un rallentamento dello sviluppo di frutta e ortaggi, le arance non riescono a crescere adeguatamente per la carenza di acqua. In Sicilia, a gennaio 2024, il deficit è del 13% rispetto all’anno precedente, secondo le analisi Coldiretti sui dati dei Dipartimenti idrografici regionali.