Se ne è parlato per molto, ma adesso l’iter è partito davvero: il reato di abuso d’ufficio potrebbe essere abrogato. Partiamo dall’inizio: che cos’è l’abuso d’ufficio? È un reato previsto dal codice penale, che commettono quei dipendenti pubblici o i pubblici ufficiali che approfittano della propria posizione per avere vantaggi economici per loro o per loro familiari oppure per creare danno a qualcun altro.
L’esempio più recente in Sicilia è quello dell’ex sindaco di Aragona, condannato perché ha rimosso un dirigente comunale che non sottostava ad alcune sue richieste. Il via libera all’abrogazione, che è prevista in uno degli emendamenti del Ddl presentato da Carlo Nordio, è arrivato il 10 gennaio e ha già ricevuto l’ok del Senato. Poco male secondo il ministro della Giustizia, visto che nel 2021 su oltre 5000 processi per abuso d’ufficio ci sono state solo 9 condanne e 35 patteggiamenti, si pensa così di avere un forte risparmio istruendo meno processi.
In realtà un motivo c’è se ci sono così poche condanne, nel 2020 con il decreto semplificazioni, si è ristretto molto il campo delle violazioni. Ma se per Nordio si tratta di un reato obsoleto, per il magistrato Alfonso Sabella l’abrogazione creerebbe impunità e comportamenti alla Marchese del Grillo.
Ovviamente, come spesso accade in Italia il tifo organizzato si è diviso tra sostenitori e oppositori dell’abrogazione del reato, che però potrebbe essere inutile. Presto è previsto infatti l’arrivo del pacchetto di prescrizioni anticorruzione su cui da tempo sta lavorando l’Europa, che si fonda proprio su reati di questo tipo. E se il reato di abuso d’ufficio sarà stato abrogato, l’Italia sarà obbligata a rimetterlo.