Appalti fermati per mafia, dramma al Sud

Impietosa la classifica delle regioni con il più alto numero di provvedimenti. Preoccupa il dato di Agrigento

19 Gennaio 2024

Dopo la flessione del 2022, tornano a crescere le interdittive antimafia, ovvero i provvedimenti emanati dai prefetti per bloccare i rapporti con la Pubblica amministrazione delle imprese sospettate di essere infiltrate dalla criminalità organizzata.

Mafia e appalti: il dato siciliano

Particolarmente alto il dato della Sicilia, seconda solo alla Campania, con un incremento dell’84% rispetto al 2022 con un totale di 390 interdittive. Se ad Agrigento sono più che decuplicate (da 6 a 70) e a Trapani sono aumentate del 261,5% (da 13 a 47), il dato più alto è detenuto da Palermo, con 112 interdittive, salite del 69,7% (da 66).

I dati del ministero dell’Interno, che Il Sole 24 Ore ha fornito in anteprima, descrivono un surplus di attenzione, dunque, spiegabile anche con la progressiva entrata nel vivo dei lavori legati al Pnrr e con i maggiori investimenti sui territori documentati anche dai sindaci.

In particolare, sono cresciute del 32,5% a quota 1.069 le comunicazioni interdittive antimafia e del 36,3% le informazioni interdittive, ossia quelle che sono il frutto di una valutazione discrezionale del rischio di infiltrazione effettuata dalla prefettura che riguarda l’impresa in sé ritenuta in pericolo di condizionamento, al di là del rapporto con la Pa.

Mafia e appalti nel resto d’Italia

Il Sud si conferma la macroarea più interessata dallo stop alle imprese. Dopo Campania e Sicilia, la Calabria, dove il numero assoluto resta alto (265), la Puglia (180) dove sono più che raddoppiate rispetto alle 80 del 2022. 

Al Nord la regione con più interdittive è sempre l’Emilia-Romagna, complice anche la sorveglianza legata agli appalti per la ricostruzione: nell’anno appena concluso sono state 215, seppur in calo del 19,2% rispetto alle 266 del 2022.

Sono invece 70 i provvedimenti emanati in Lombardia, in calo del 16,7% rispetto agli 84 dell’anno precedente. Netto l’aumento nel Lazio e in Toscana, e anche il Veneto, al Nord, vede un raddoppio con 53 interdittive contro le 25 del 2022.

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