Nell’ombra del tragico terremoto del 1908 a Messina persiste un racconto silenzioso, una narrazione scolpita nelle baracche. Quelle dimore fatiscenti, che ospitano circa 1.700 famiglie e che continuano a raccontare storie di vita sospesa, entro un anno potrebbero diventare un ricordo.
La bozza del decreto Milleproroghe, con i suoi 23 articoli approvati dal Consiglio dei ministri, non solo dispone proroghe ministeriali ma tocca anche temi cruciali come appunto il risanamento e la chiusura della baraccopoli di Messina. Un traguardo che dovrà avvenire nell’arco dei prossimi mesi. La legislazione cerca di gettare le basi per un futuro senza baracche, ma le sfide persistono, come dimostra l’incendio recente in una struttura disabitata in via Taormina.
Baracche oltre i confini del tempo
Collocata in una zona di eccezionale intensità sismica, Messina ha subito gli effetti distruttivi del terremoto del 1908. Dopo il disastro, una parte della popolazione ha cercato rifugio in baracche improvvisate, che sorprendentemente hanno resistito alle onde tumultuose delle due guerre mondiali, alla rinascita post-bellica dell’Italia, agli scossoni economici e all’era delle industrie terziarie.
Vite sospese: la lotta continua
Coloro che abitano queste baracche si trovano intrappolati in un’esistenza precaria, sottoposti al controllo di elementi criminali che gestiscono sia le dimore in rovina che l’impiego di manodopera. La povertà presente in questa comunità è quantificata in modo drammatico da una statistica rivelatrice: la Fondazione Messina, ente del Terzo settore dedicato alla ricostruzione sociale ed economica siciliana, ha condotto uno studio epidemiologico che mostra una speranza di vita sette anni più breve per i residenti delle baraccopoli rispetto ai loro vicini di strada.
Uno sguardo di speranza: progetti di riqualificazione
Sforzi per eradicare queste baracche sono stati avviati attraverso iniziative sia regionali che nazionali. Tra il 2018 e il 2021/2022, una partnership pubblico-privata che coinvolge il Comune, la Fondazione Messina e la Banca Etica ha facilitato il trasferimento di circa 650 persone dalle baracche a case a tutti gli effetti. Alcuni si sono trasferiti in alloggi acquisiti dal Comune, mentre altri hanno realizzato il sogno della proprietà attraverso piccoli prestiti, sfruttando il lavoro di restauro fatto sugli immobili e ottenendo concessioni.
Un secolo dopo: inizia il riscatto
Oltre un secolo dopo il terremoto, le ferite sociali di Messina potrebbero definitivamente rimarginarsi entro il 31 dicembre 2024. Proprio nei giorni scorsi Messina ha celebrato il 115° anniversario del sisma con cerimonie e momenti celebrativi, unendo la memoria delle vittime alla gratitudine per la rinascita. Le mostre, come “Millenovecentootto – Oggetti ritrovati. Memorie dal terremoto dello Stretto”, offrono un’occasione per approfondire cosa comportò quel disastro e comprendere meglio le implicazioni storiche del terremoto.