Le cooperative in Sicilia, realtà spesso messe in secondo piano, sono invece il cuore pulsante di un cambiamento sociale ed economico che merita attenzione. All’interno di un evento organizzato da Legacoop, abbiamo avuto l’opportunità di esplorare non solo l’importanza dell’aggregazione, ma anche l’impegno che sta dietro alla creazione e al funzionamento di queste realtà, che rappresentano una merce rara nell’isola, dove i personalismi spesso ostacolano la collaborazione.
Ma oltre alla struttura delle cooperative, ci sono le storie di chi le anima, realtà che si distinguono per il loro impatto positivo sul territorio e sulle persone. C’è chi recupera vestiti, dando nuova vita a indumenti usati, e chi si dedica a persone, offrendo loro una seconda opportunità: un mestiere e la possibilità di uscire da situazioni difficili. C’è chi ha scelto di dare nuova linfa a una terra segnata dalla presenza dei più noti boss mafiosi, cancellando quella pesante eredità con i frutti di una terra ricca di eccellenze. E poi c’è chi, da un semplice gesto di accoglienza, è riuscito a costruire un vero e proprio rifugio per donne vittime di violenza, comprendendo che non basta solo ascoltare e proteggere, ma è necessario anche offrire indipendenza economica e opportunità di lavoro.
Tra le realtà incontrate, spiccano i volti di Valentina Blunda, presidente di Sicily Food Belice Valley, che raccoglie 40 produttori della Valle del Belice; Massimo, della Sartoria Sociale, che trasforma il tessile in uno strumento di integrazione e formazione; e Rosalba Di Piazza, presidente della cooperativa Rosalia, una casa di accoglienza per donne in fuga dalla violenza.
Queste sono solo alcune delle storie che raccontano come le cooperative in Sicilia siano un motore di speranza e cambiamento, una rete che con coraggio e determinazione riscrive il futuro dell’isola.