Il 18 settembre, il ministero della Salute ha diffuso una circolare che ha inizialmente escluso alcune regioni dalla somministrazione gratuita del vaccino anti-bronchiolite. La decisione riguardava il Nirsevimab, un anticorpo monoclonale capace di prevenire fino al 90% delle ospedalizzazioni causate dal Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), responsabile di bronchioliti soprattutto nei neonati.
La circolare era indirizzata alle regioni in piano di rientro dal disavanzo sanitario, ovvero: Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
Questo aveva sollevato aspre critiche da parte delle forze di opposizione, che avevano accusato il governo di discriminazione, evidenziando che a subire le conseguenze sarebbero stati principalmente i bambini delle regioni coinvolte.
In seguito alle polemiche, il ministero ha fatto marcia indietro, annunciando che il vaccino anti-bronchiolite sarà somministrato gratuitamente in tutta Italia. Grazie a un accordo con l’Aifa, il farmaco sarà disponibile in tutte le regioni, coperto dal Servizio Sanitario Nazionale.
Cosa si rischia con il Virus Respiratorio Sinciziale? Colpisce prevalentemente i neonati nei primi sei mesi di vita e può evolvere in forme gravi di bronchiolite, una malattia da non sottovalutare.
Per saperne di più sull’importanza di proteggere i più piccoli dal virus, abbiamo parlato con la farmacista Silvia Belmonte, che ci ha fornito ulteriori dettagli su come il Nirsevimab possa prevenire gravi complicazioni respiratorie.