Speculazioni e abbandono: che futuro per San Berillo? Parte 3

A che punto è il piano di risanamento del quartiere di Catania? Resta da sanare l’incompiuta di corso Martiri della Libertà

3 Ottobre 2024

“Nonostante tutto siamo in un momento favorevole per l’amministrazione comunale, perché ha in mano le carte per rompere l’atteggiamento accondiscendente che da 70 anni segna il rapporto coi privati. E sbloccare la situazione di corso Martiri della Libertà”.

Maurizio Palermo è una memoria storica delle vicende urbanistiche di Catania, conosciute per decenni dall’interno dell’ufficio tecnico comunale. Le analisi, gli studi, i ricordi li ha racchiusi in un libro “Il ballo del mattone”, pubblicato due anni fa. “Ma è più importante il sottotitolo – precisa – Città, speculazione e politica a Catania dagli anni Sessanta a oggi. I rapporti perversi tra politica e speculazione hanno cambiato la città e in questo l’operazione San Berillo è stato il primo tassello, l’esempio per i decenni successivi”.

Del grande piano di risanamento del quartiere San Berillo, iniziato negli anni ’50, oggi resta da sanare l’incompiuta di corso Martiri della Libertà. Le grandi fosse e tutto quello che gli sta attorno continuano a essere vincolate dalla convenzione firmata nel 2012 tra i privati proprietari delle aree (le società Istica, Risanamento San Berillo e Cecos) e il Comune. Quell’accordo – prorogato per altri dieci anni nel 2022 – prevede la realizzazione del progetto firmato dall’architetto Mario Cucinella ormai 12 anni fa: un grande centro commerciale su 33mila metri quadri di superficie, un museo, un teatro, un albergo, corso Martiri trasformato in boulevard alberato. Per qualcuno un sogno di risanamento, per altri un piano inadeguato alle esigenze di Catania. Nei fatti, un’idea rimasta lettera morta.

“Ormai non c’è alcuna possibilità che quel progetto venga realizzato – analizza Palermo – non solo perché sarebbe illogico che il Comune si intestasse la realizzazione di un centro commerciale o di un albergo, ma soprattutto perché i privati hanno fatto intendere che non sono più interessati”. Dal 2012 i proprietari delle aree non hanno trovato soggetti interessati ad acquisire i futuri immobili e servizi. E la città resta in stallo e sotto scacco. Eppure una soluzione ci sarebbe.

La convenzione obbliga i privati a realizzare le opere di urbanizzazione prima di tutto il resto. Finora poco è stato fatto lungo l’asse di corso Martiri. Ma la prima e più importante opera di urbanizzazione resta il parcheggio interrato di piazza della Repubblica, la cui superficie sarebbe dovuta essere coperta da alberi. “La realizzazione era stata valutata in 15 milioni di euro – spiega l’ingegnere Palermo – oggi aggiornando i costi si arriverebbe 19-20 milioni. I privati non hanno intenzione di tirare fuori questi soldi. Ma la convenzione stabilisce che devono versare una fidejussione a copertura degli impegni che hanno assunto. Il Comune dovrebbe pretendere una fidejussione pari al valore del parcheggio multipiano. E giocarsi questa carta per avviare una trattativa che giunga a un nuovo accordo, perché se non si chiude la convenzione del 2012 non si può fare nulla”. 

Negli ultimi mesi il sindaco Enrico Trantino ha anche ventilato l’ipotesi di comprare le aree private con fondi pubblici. “Sarebbe molto grave a mio avviso – conclude Palermo – perché sarebbe l’ennesimo regalo ai privati, a cui non verrebbe chiesto di onorare gli impegni a cui sono obbligati dalla convenzione del 2012. Si potrebbe così configurare anche un danno erariale”. 

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