Una città afflitta ancora da tante pesti. Una città che deve ancora liberarsi da tanti mali. Ecco un passaggio del messaggio alla città di Palermo pronunciato in occasione del 400esimo Festino di Santa Rosalia dall’arcivescovo Corrado Lorefice la sera del 15 luglio dal palco di piazza Marina.
“Le pestilenze della storia sono sotto i nostri occhi. Dobbiamo avere il coraggio di dirci stasera che Palermo è ancora appestata. Appestata dalla contro testimonianza di noi, credenti della Chiesa di questa terra, spesso incapaci di seguire le orme del nostro Signore povero e perseguitato per la giustizia; appestata dalla logica del profitto e dalla contiguità con poteri occulti, perniciosi, che ancora percorre tanta della nostra politica; appestata dalla mancanza di futuro che ferisce i giovani, li costringe ad andare lontano o a buttar via la vita nelle dipendenze, nella deflagrazione delle droghe o nel mercimonio di pseudo spiritualità sincretiste sempre più diffuse e pericolose; appestata dalla povertà e dal degrado dei nostri quartieri dove mancano il lavoro, i servizi, ma soprattutto la dignità della vita; appestata dal grido di dolore dei migranti, dei carcerati, degli anziani degli ammalati e delle persone con disabilita’, di chi resta ai margini della strada”.
Nel giorno della processione con le reliquie della Santuzza, l’arcivescovo ha aggiunto: “Sulle nostre strade dove si muore anche perché accidentate e disseminate di trabocchetti. Di fronte alle ‘pesti’ che con nomi diversi ci affliggono, Santa Rosalia è l’apostola che ci mostra la via e ci apre il cammino delle scelte ‘contromano’, del coraggio dell’impossibile, della certezza che ogni momento è quello giusto per ricominciare”.