Abbiamo parlato di come si perde l’acqua che arriva nelle dighe siciliane, molte delle quali in attesa da 50 anni di un collaudo, soggette spesso a frane e per di più con i fondali pieni di fango. Ma negli ultimi anni cosa ha fatto la Regione? Ce lo dice ancora una volta la nostra fonte, che parla di un controllo fatto ai tempi del governo Musumeci, che era al corrente delle criticità delle dighe, ma che non è intervenuto per risolvere la problematica.
E Schifani? Il presidente della Regione in carica, secondo la nostra insider potrebbe non essere al corrente di questa situazione, ma visto che è in capo a lui che si trova l’autorità di bacino, che pure si occupa di fiumi e laghi, il fatto di essere disinformato sarebbe cosa grave.
Adesso comunque in virtù del patto per l’assegnazione da parte del governo nazionale dei fondi Fsc sono arrivati 1,6 miliardi di euro, che dovrebbero essere spesi, tra le altre cose, anche per sistemare le dighe. Vogliamo immaginare che questo sia finalmente il momento buono per ripartire, per avere finalmente una rete dignitosa e perché alla prossima emergenza siccità, che ci sarà eccome, potremo prendercela solo con le condizioni meteorologiche e con il cambiamento climatico. Ma la domanda che non ci lascerà comunque resterà la stessa: perché? Perché in 50 anni si sono ignorati allarmi, segnalazioni e non si è riusciti a pensare al futuro dei siciliani, che oggi è un triste presente?