Il ricordo di un’estate di inferno, di quegli incendi che hanno devastato migliaia di ettari di vegetazione in Sicilia è ancora vivo. La parola magica, dunque, é: prevenzione.
Basta questo? Difficile dirlo, ma è indubbiamente importante presentarsi all’appuntamento con le alte temperature e il rischio roghi con una adeguata preparazione.
Nell’Isola la campagna è iniziata con un mese di anticipo rispetto al solito. Il personale del Corpo forestale è già in azione per creare i viali parafuoco che impediscano alle fiamme di propagarsi o per bonificare le aree abbandonate. Ma non basta, anche perché il numero degli incendi è già cresciuto rispetto allo scorso anno.
La prevenzione comporta anche vigilare affinché i privati tolgano l’erba dai propri terreni e dalle aree vicine alle loro proprietà. Una missione complessa che vede in campo anche i sindaci.
Il primo passo è arrivato dalla Regione che ha anticipato l’avvio della campagna antincendio e ha potenziato le forze in campo. Tuttavia non è andato tutto liscio al momento.
L’età media dei forestali è troppo alta, il turn over non è andato in porto e in servizio ci sono anche over 60 sui quali si può fare meno affidamento rispetto ai più giovani. E poi c’è il problema legato al mancato arrivo dei nuovi elicotteri e Canadair, dal momento che la gara è andata deserta.
In ballo c’è ancora il tema dei ristori relativi ai danni enormi per gli incendi di luglio, agosto e ottobre. Se, dopo il via libera allo stato di emergenza, sono arrivati da Roma i primi 6 milioni da destinare a chi ha perso la casa e agli imprenditori le cui aziende sono state gravemente danneggiate dalle fiamme, il governo regionale ha ora avanzato un’ulteriore richiesta per gli oltre 236 milioni di danni quantificati in Sicilia.