Gli sbarchi di migranti diminuiscono, ma questo non basta a scongiurare le tragedie in mare. Nove persone sono morte e 15 disperse, tra cui 3 minori, in acque Sar maltesi. È l’ultimo naufragio nel Canale di Sicilia. E arriva proprio nel momento in cui le rotte cambiano e il numero di arrivi, secondo fonti del Viminale, è in netta diminuzione rispetto allo scorso anno.
Ancora sbarchi in Sicilia e in Italia, ma le rotte cambiano
La geografia degli arrivi sta cambiando. Basti pensare che in questi primi mesi del 2024 Grecia e Spagna hanno registrato più sbarchi rispetto all’Italia. E così, come la Sicilia anche le Canarie sono diventate luogo massiccio di approdo. El Hierro, vista la sua posizione di fronte alle coste Africane, è la destinazione principale delle imbarcazioni. Se nei primi due mesi e mezzo del 2023 nelle Canarie erano arrivate 2.178 persone, quest’anno ne sono sbarcate ben 12.393.
E stanno cambiando anche i luoghi di partenza verso l’Italia. Sempre meno dalla Tunisia (1.658 migranti, in forte calo rispetto agli 11.988 partiti nello stesso periodo del 2022), tuttavia sono aumentate le migrazioni dalla Libia (4.860).
In calo gli sbarchi in Italia
Tra i dati che saltano agli occhi, secondo quanto si legge nel report del Viminale, l’anno scorso in Italia in questo stesso periodo gli arrivi nelle coste italiane erano 19.937, rispetto ai 6.560 del 2024.
Cambia anche la nazionalità dei migranti, meno africani e più asiatici. Alto il numero di minori, soprattutto bambini, che hanno deciso di affrontare questa traversata completamente da soli, ben 584.
La Sicilia resta la principale destinazione di chi approda in Italia: la somma dei migranti arrivati in Puglia, Emilia-Romagna e Calabria rappresenta soltanto un quarto di coloro che sono arrivati in Sicilia.
Come sta intervenendo l’Unione europea?
Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva tutti i dieci provvedimenti che compongono il Patto per le migrazioni e l’asilo, un lavoro durato 4 anni, che adesso attende solo la ratifica del consiglio. Un pacchetto di leggi che va a sostituire il Regolamento Dublino, cercando di instaurare una solidarietà reciproca tra gli Stati. In sintesi possiamo dire che i provvedimenti principali sono due e cercano di creare un uniformità nel modo di agire.
Per poter aiutare i Paesi più in difficoltà (come l’Italia), gli altri Stati membri potranno scegliere tra ricollocare i richiedenti asilo nel loro territorio o versare contributi finanziari.
Il secondo provvedimento riguarda invece la procedura d’asilo, con l’obiettivo di rendere più veloce il trattamento delle domande d’asilo.
Foto di copertina di Antonio Melita