Sono iniziati i colloqui informativi tra gli espropriandi e i tecnici della società Stretto di Messina Spa. Entra così nel vivo il lungo iter che potrebbe portare all’esproprio di circa 1500 beni immobili nella sola città di Messina per permettere la costruzione del Ponte.
Ieri, nel primo giorno dell’apertura degli sportelli informativi, una ventina di persone si è presentata dopo aver preso appuntamento. “In totale – spiegano dalla Stretto di Messina spa – sono circa 240 gli appuntamenti fissati nei prossimi giorni”.
Fuori dal Palacultura di viale Boccetta i comitati No Ponte hanno svolto un presidio per raccogliere adesioni in vista di un grande ricorso legale. Dentro la struttura, una decina di ingegneri e geometri della società ha cercato di rispondere – con pazienza e garbo – ai dubbi degli espropriandi. Ma in molti casi il punto d’incontro è impossibile: difficile convincere a rinunciare alla propria casa persone che l’hanno costruita con grandi sacrifici, spesso in una delle zone più belle di Messina, quella di Torre Faro, la più colpita dal cantiere perché è lì che sorgerà il pilone.
L’iter per arrivare agli espropri effettivi è ancora lungo: il progetto definitivo redatto dal privato è adesso al vaglio della conferenza dei servizi e dovrà ottenere anche le autorizzazioni ambientali dai ministeri competenti. Infine passerà al vaglio del Cipess, per valutare la sostenibilità economica e finanziaria. Solo alla fine di questo iter si potrà partire con i primi espropri. “Verosimilmente – sottolineano dalla Stretto di Messina – in estate avvieremo alcune bonifiche e cantieri propedeutici all’opera, ma i tempi non saranno ancora maturi per procedere con gli espropri di case”.