Negli ultimi mesi la zona dei Campi Flegrei in Campania è osservata speciale per l’attività bradisismica in atto. Il 13 marzo una scossa del 4.4 nel cuore della notte ha svegliato migliaia di persone, provocando danni fortunatamente contenuti. La memoria è tornata alla frase del responsabile della protezione civile Fabio Ciciliano aveva pronunciato appena un mese prima: “Che vuol dire se arriva una scossa di quinto grado cosa fate? Con una scossa di quinto grado cadono i palazzi e conto i morti. Funziona così”.
Ai Campi Flegrei il rischio è duplice: le scosse e l’attività vulcanica che si estende anche in mare, nel golfo di Pozzuoli. Ed è dal mare che l’attività potrebbe portare alcuni rischi contenuti anche sulle coste siciliane. Lo scenario è quello di un mini tsunami. “In caso di attività subacquea – spiega Alessandro Bonforte, ricercatore dell’Ingv di Catania – tutte le coste del bacino tirrenico possono essere investite da un’onda anomala, come successo per lo Stromboli nel 2002, quando una frana arrivò in mare provocando un’onda che giunse fino a Milazzo, un mini tsunami. Niente a che vedere con quelli oceanici, come accadde a Sumatra. In quei casi parliamo di dislocazioni del fondo marino su aree vastissime, con una colonna di acqua di tremila metri. Un’eruzione nel golfo di Pozzuoli non è certamente la stessa cosa”.
Nel mar Tirreno, tra le isole Eolie e la Campania, c’è anche un altro fenomeno monitorato attentamente: i sea mount, vulcani sottomarini. “Ce ne sono diversi – spiega Bonforte – che si sviluppano sui fondali del Tirreno”. Il Marsili è probabilmente il più noto ed è certamente il più grande. “Più o meno ha le dimensioni dell’Etna ma si trova molto in profondità”. Rischi? “Lì – continua il ricercatore – la pressione della colonna d’acqua sovrastante non permette ai gas di sprigionarsi in maniera violenta. Quindi non dobbiamo pensare ad esplosioni come siamo abituati a vedere nei vulcani sulla terra. L’unico meccanismo che può generare uno spostamento di acqua importante può essere una frana, che spinge la colonna d’acqua generando un’onda anomala”.