Le quattro "cocche" e la moda sostenibile

Nei materiali scartati si possono trovare grandi risorse. A Palermo l’idea imprenditoriale di un gruppo di donne

18 Gennaio 2025

La sostenibilità passa anche dalla moda. Nell’era del fast fashion, che vede da un lato la produzione incessante di capi di scarsa qualità e a basso costo e dall’altro l’acquisto compulsivo da parte di un consumatore che cerca così di stare al passo con i trend, c’è anche chi inverte la tendenza, investendo sul riciclo.

Negli scarti si possono trovare grandi risorse. E reinventarsi è un po’ anche questo. Lo credono fortemente le quattro “cocche”, come amano definirsi. Parliamo di Anna Barba, Christine Hofmeister, Daniela Graziano e Roberta De Grandi, quattrotalenti per altrettante professionalità che scelgono di iniziare insieme un nuovo percorso imprenditoriale.

Nasce così Coccadoro, azienda artigianale che produce in prevalenza borse, ma anche collane e accessori. Niente di nuovo, se non fosse che tutti i prodotti sono realizzati con scarti di magazzino. Tutto quello che grandi brand della moda cestinano diventano le risorse per creazioni uniche e originali.

La moda inquina l’aria, ma non solo. Consuma e inquina anche l’acqua: con un consumo superiore al 20% per usi industriali, è seconda solo all’agricoltura. Inquina i mari, rilasciando microplastiche che possono finire nella catena alimentare. Si stima che un unico carico di bucato di abbigliamento in poliestere può comportare il rilascio di 700.000 fibre di microplastica. Inoltre, il 70% dei tessuti è costituito da derivati del petrolio e solo l’1% viene riciclato. La restante parte finita in discarica impiega mille anni per degradarsi.

Secondo le previsioni, entro la fine del 2030 la produzione di abbigliamento aumenterà quasi del 65%, facendo così crescere le emissioni industriali di anidride carbonica a livello mondiale.

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