C’è un posto a Palermo che mette insieme uno dei più grandi artisti internazionali del Settecento, la più profonda storia siciliana e l’architettura contemporanea più alla moda. Eppure in pochi lo conoscono. È l’oratorio di Santa Elena e Costantino, a piazza Vittoria, il cuore operativo della fondazione Federico II a pochissimi passi da palazzo dei Normanni.
Una struttura che al piano terra custodisce una chiesetta datata 1587, ma ricavata da una chiesa ben più antica, che oggi custodisce una parte della biblioteca dell’Ars, quella che raccoglie i documenti originali delle primissime legislature, ordinate in una struttura costruita dall’architetto Italo Rota, star internazionale, di recente scomparso. Questo per esempio, è il primo disegno di legge dell’Assemblea regionale siciliana ed è solo uno dei tesori dell’archivio.
L’apoteosi si raggiunge però al piano superiore, nell’oratorio, uno dei pochi edifici a Palermo che ha conservato intatto il suo pavimento di maioliche, illustrate con delle scene che si ricongiungono direttamente con il soffitto, dove la storia di Elena e Costantino è raccontata in tutti i suoi episodi chiave dagli affreschi del messinese Filippo Tancredi e del grande artista fiammingo Guglielmo Borremans. Gli stessi che hanno affrescato le pareti.
Un piccolo gioiello nel cuore di Palermo. Una casa della cultura da cui nasce una fetta importante della cultura palermitana di oggi.