Gibellina, comune del Trapanese, è stata nominata Capitale italiana dell’arte contemporanea, battendo Gallarate, Carrara, Pescara e Todi.
Il comune era stato devastato dal terremoto del ’68 che ha colpito il Belice provocando numerosi morti e altrettanti feriti. I lavori di recupero del comune furono terminati solo molti anni dopo, con il supporto innovativo di numerosi artisti e intellettuali, da Sciascia a Guttuso, da Dolci a Burri.
Quest’ultimo ha realizzato tra il 1984 e il 1989 il Cretto di Burri nella vecchia Gibellina quasi realizzando un’istantanea storica e bianca del paese. Il Cretto è oggi una delle opere più estese al mondo con i suoi 80.000 metri quadrati di blocchi di cemento.
Negli stessi anni, Pietro Consagra creò, dopo la ricostruzione di Gibellina, una stella all’ingresso della valle, la Porta del Belice (1981).
Ovviamente, ci sono tantissime altre opere che hanno permesso il risorgere del comune. “La sua candidatura offre al nostro Paese un progetto organico e solido – come il ministro Alessandro Giuli ha dichiarato – consegnando all’Italia di oggi un esemplare modello di intervento culturale fondato su valori e azioni che riconoscono all’arte una funzione sociale e alla cultura lo statuto di bene comune”.
La sua candidatura ha permesso di presentare il progetto “Portami il futuro” con cui si mette in opera una rigenerazione urbana coniugando il presente, la memoria e il futuro ed elevando l’arte e la cultura a funzione sociale e bene comune.