Il circo contemporaneo per raccontare il miraggio che vivono i palestinesi. Il miraggio della pace, della libertà, di una vita normale. Nei giorni scorsi ospiti a Catania della manifestazione Ursino Buskers sono stati i ragazzi del Palestinian Circus School, un’organizzazione non governativa e senza scopo di lucro, fondata nel 2006 e registrata all’Autorità nazionale palestinese dal febbraio 2007, che porta avanti nei territori palestinesi occupati programmi educativi e artistici rivolti a bambini, donne, giovani e persone con disabilità.
Li abbiamo incontrati durante le prove dello spettacolo per farci raccontare come si vive oggi in Cisgiordania, l’ultimo lembo di terra dove palestinesi e israeliani continuano a convivere. “Col circo giriamo il mondo, ma per andare da un paese all’altro della Cisgiordania è sempre più difficile – racconta la 21enne Julia Rafidi – i checkpoint dei soldati israeliani sono continui e anche i coloni sono diventati sempre più aggressivi”.
In quasi 20 anni di attività, la scuola di circo ha lavorato con bambini, ragazzi, donne, disabili. “Andiamo anche nei campi profughi dove non c’è nulla e hanno perso la gioia – sottolinea Mohammed Abutaleb – il circo sociale è fondamentale per dare a chiunque un luogo dove stare al sicuro e dove potersi esprimere liberamente”.
La gioia è un tema ricorrente nelle risposte dei giovani circensi. “Quando veniamo in Europa – riflette Mais Rafedie – vediamo che voi avete tutto, ma spesso quello che vi manca è la gioia dell’anima. Noi Palestinesi non abbiamo quasi niente, eppure conserviamo la felicità di vivere giorno per giorno”. I sogni personali di questi ventenni sono sempre subordinati a un sogno collettivo: “Sogno la pace, la libertà e la sicurezza per tutti i palestinesi – ripete ciascuno di loro interpellato sul futuro – e di poter continuare liberamente a esprimerci con il circo nel nostro Paese, la Palestina”.