San Berillo, il futuro passa dal consiglio comunale

Opere di urbanizzazione incompiute in uno dei quartieri storici di Catania. Quali prospettive per piazza della Repubblica?

11 Settembre 2024

Corso Martiri della Libertà è la ferita che Catania si porta dietro da 60 anni, biglietto da visita per chi arriva in città con treno e autobus. È la grande incompiuta figlia dello sventramento del quartiere San Berillo negli anni ’60: 30mila persone sfollate, 240mila metri quadri di superficie interessata dal piano, 10mila immobili da demolire. Il progetto è rimasto a metà, le aree non costruite sono rimaste di proprietà privata, in questi lunghi decenni – in cui hanno lavorato più gli avvocati che gli ingegneri e i tecnici – nessuna amministrazione comunale è riuscita a fare rispettare gli accordi siglati. Più volte è stato annunciato l’avvio di progetti di rigenerazione urbana, in particolar modo dopo la convenzione firmata nel 2012 tra i privati (Istica, Cecos e Risanamento San Berillo) e il Comune, che prevedeva un grande piano di risanamento firmato dall’architetto Mario Cucinella. Ma rimasto sulla carta. Così, nelle prossime settimane il tema tornerà in consiglio comunale per una seduta straordinaria voluta dall’opposizione che chiede al sindaco Enrico Trantino di fare chiarezza sulle azioni che vuole intraprendere per sbloccare lo stallo.

Si ripartirà in particolare dalle sorti di un luogo nevralgico per Catania: piazza della Repubblica, che segna il confine tra ciò che è stato realizzato del progetto degli anni ’50 (il corso Sicilia) e l’incompiuto (corso Martiri della Libertà). Qui sarebbe dovuta sorgere la più importante delle opere di urbanizzazione prevista dalla convenzione del 2012: un parcheggio multipiano interrato con superficie a verde. Nulla finora è stato fatto. Nel 2019 il progetto redatto dagli uffici comunali è andato in gara, ma l’Associazione nazionale costruttori ha presentato un ricorso che il Tar nel 2021 ha accolto. La gara è stata ritirata e il progetto anziché essere adeguato alle indicazioni del Tar, è finito in un cassetto degli uffici tecnici e non se n’è più parlato. “Eppure – analizza Mario Spampinato, ingegnere e portavoce dell’associazione civica Volerelaluna che da tempo incalza il Comune su questi temi – non sarebbe servito molto per riproporre un nuovo progetto da mandare in gara”.

La convenzione del 2012 prevedeva che il parcheggio interrato si sarebbe dovuto realizzare entro cinque anni dall’approvazione del progetto esecutivo. Tradotto: proprio in questi giorni, a settembre 2024, sarebbe dovuto essere ultimato, visto che il via libera al progetto risale al settembre 2019. Non solo non è stata messa una pietra, ma un nuovo accordo ha spostato questo termine in un futuro piuttosto indefinito. Nel 2022 infatti la convenzione è stata prorogata per altri dieci anni. Senza modifiche sostanziali, tranne in un passaggio: “Le opere di urbanizzazione devono essere realizzate entro cinque anni dall’approvazione dei progetti esecutivi e dalla loro messa a base della procedura ad evidenza pubblica”. Non più quindi entro 5 anni dal progetto, ma dalla gara che non è stata mai bandita. 

Negli ultimi mesi il sindaco Trantino ha fatto sapere di avere scritto ai privati proprietari delle aree, ma non è nota l’eventuale risposta. Ecco perché Movimento 5 stelle e Partito democratico hanno chiesto una seduta di consiglio straordinario, a cui si sono accodati gran parte dei consiglieri di maggioranza. Anche perché il parcheggio interrato è solo un tassello della rivoluzione verde che dovrebbe cambiare piazza della Repubblica, oggetto di uno degli interventi più importanti finanziati dal Pnrr: 12 milioni di euro con cui trasformare in parco urbano la piazza e le adiacenti via Maddem e piazza Grenoble. Interventi che dovrebbero essere ultimati entro la fine del 2026, come impone la scadenza Pnrr. Una vasta area che limiterebbe con il parcheggio interrato e la sua superficie verde, se mai si realizzerà. 

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