Biodiversità le aree naturali siciliane protagoniste di un docufilm

Iniziativa dell’Arpa per educare ad una fruizione sostenibile del patrimonio ambientale di Pantelleria, Lampedusa, Ustica e Capo Milazzo

28 Settembre 2024

Riflettori accesi sulla biodiversità e sulla fruizione sostenibile delle aree naturali siciliane. Sono i temi al centro del docufilm Un Mediterraneo di Biodiversità, prodotto nell’ambito del progetto Corallo+Si finanziato dal Programma Interreg Italia Malta Va 2014-2020 e diretto da Riccardo Cingillo.
Il progetto è stato presentato da Arpa Sicilia in piazza Duomo a Ortigia, dove è in corso il G7 Agricoltura.

Protagoniste del docufilm, con soggetto e testi di Ignazio Cammalleri, direttore dell’Unità operativa Ricerca e Innovazione di Arpa Sicilia e Rosanna Costa, responsabile scientifico del progetto per l’Agenzia, le immagini degli ecosistemi terrestri e marini di Pantelleria, Lampedusa, Ustica e Capo Milazzo.

Alla presentazione ha partecipato l’assessore regionale al Territorio e Ambiente Giusi Savarino, che ha sottolineato l’impegno del suo assessorato nella valorizzazione delle risorse naturali, marine e terrestri, quali veicolo di sviluppo territoriale sostenibile. “Insieme ad Arpa Sicilia – ha detto Savarino – svilupperemo varie progettualità che mettono al centro la biodiversità regionale, così da divulgare i tesori naturali della nostra terra e dei nostri mari, mettendoli in luce e proteggendoli per conservarli nel modo migliore”.
L’obiettivo del docufilm? “Abbiamo voluto raccontare il tema della biodiversità – ha spiegato il direttore generale di Arpa Sicilia Vincenzo Infantino – per raggiungere il cuore delle persone attraverso le immagini che raccontano la bellezza della natura nelle nostre isole, la profondità del mare ma anche la ricchezza della biodiversità terrestre. Arpa Sicilia sta poi portando avanti un progetto molto ambizioso di informatizzazione dell’Agenzia, attraverso una piattaforma dove saranno conservati tutti i dati che stiamo raccogliendo in tempo reale dalle nostre reti di monitoraggio, tramite cabine presenti in tutta la Sicilia. Non solo: metteremo in relazione questi dati con quelli sanitari dei pazienti, per mezzo di un progetto realizzato grazie a un partenariato importante con ospedali e università italiani”.

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