Tutti nervosi sono, meno male che l’Ars va in vacanza e ci si rivede a settembre. Ma no per la siccità, l’immondizia a Palermo, i rubinetti a secco a Caltanissetta e Agrigento, la paura degli incendi o le fake news nazionali e internazionali che raccontano della fuga di massa dei turisti dalla Sicilia, tipo esodo nel Mar Rosso.
Ma come? Quelli del centrodestra hanno vinto le europee e sono nervosi? Ma picchì? Perché la politica guarda avanti. Troppo avanti. Tra due anni e mezzo ci saranno le elezioni regionali e loro giustamente si preparano. Mica si pettinano le bambole, disse il saggio Bersani? Si fanno già almeno tre nomi per il post Schifani dando per assodato, e qui casca l’asino, che possa fare un passo indietro attipo Biden per il secondo mandato.
Bontà sua, Renato Schifani, sa ma è affaccendato in altro. Un giorno la siccità, l’altro Nello Musumeci che lo pizzica un giorno si e l’altro pure, e poi le tante rogne che gli portano perché nella burocrazia c’è chi, più di uno anzi tanti, gli remano contro. Vabbè. Spieghiamo che è meglio. Il presidente della Regione siciliana si è rotto. Mica è colpa sua, ha ragione eh! Se i governatori prima di lui se ne sono fregati di fare le manutenzioni nelle dighe e di autorizzare i lavori nei 3 dissalatori che non funzionano da 15 anni?
All’epoca c’erano Nello Musumeci, Rosario Crocetta e prima ancora Raffaele Lombardo. Insomma, responsabilità sì ma non per i 20 anni addietro. Ma poi cosa c’entrano queste cose con la guerra che si stanno facendo nel centrodestra? Si dice nei corridoi dei Palazzi che contano che ai piani alti romani stanno ragionando su chi candidare alla Regione fra 2 anni e mezzo. Così è. Mentre Schifani, sempre più solo, non dorme la notte per le emergenze che deve risolvere, c’è chi pensa al suo successore. Ma bellavirità.
E mica è finita qui! Alessandro Dagnino all’Economia non è piaciuto a un pezzo di Forza Italia. Pare che volevano in quel posto Giovanni La Via, che poi cosa c’entra La Via con l’Economia non si sa. Con l’assessore al Turismo Elvira Amata sembra che Schifani non parli da qualche settimana. Gli avevano detto che non c’erano soldi per finanziare una campagna di comunicazione per tranquillizzare i turisti a venire in Sicilia ma poi, così raccontano le persone che sanno le cose, pare che il presidente abbia saputo che l’assessorato avrebbe dato fondi a destra e a manca per sagre, festival e chi più che ha più ne metta. E allora ha fatto da solo, facendo approvare nella manovra ter un emendamento da un milione e mezzo per fare la campagna.
Fuori Elena Pagana e dentro Giusy Savarino in giunta, il governatore si aspettava il cambio di Mimmo Turano che però ha resistito pure al cospetto di qualche amico della Lega che gli voleva fare lo sgambetto. Annalisa Tardino che sperava nel salvagente per scalzare Turano s’è arrabbiata ed ha abbandonato la chat del Carroccio. E poi c’è la Dc. Se Totò Cuffaro non dirà mai una parola storta sull’amico Schifani, nel partito c’è chi il governatore non lo sopporta più. Troppo sensibile alle richieste di Luca Sammartino che dopo aver piazzato il fedelissimo Salvatore Barbagallo al suo posto all’assessorato all’Agricoltura, pare abbia ottenuto qualche nomina nella sanità. E Raffaele Lombardo? Se la gode per ora. Intanto perché ha accolto Gianfranco Micciché, in fuga da Forza Italia. E poi perché Roberto Di Mauro è in procinto di avere la delega ai rapporti col Parlamento: qualcuno dovrà o no fare da balia al neo assessore all’Economia Alessandro Dagnino che sarà pure competente ma vuoi mettere avere a che fare con i deputati dell’Ars?