I segreti del chiostro di Monreale, un gioiello che incanta

Viaggio in una delle meraviglie della Sicilia. Esempio di armoniosa convivenza di culture diverse

30 Agosto 2024

Dobbiamo essere sinceri, i monumenti non sono tutti uguali, ci sono quelli belli, quelli bellissimi e poi c’è il duomo di Monreale che gioca in un campionato a parte. Quasi mille anni di storia incastonati in un gioiello dello stile romanico siciliano o se preferite la versione più pop, del percorso arabo normanno. Meraviglie su meraviglie che si sublimano sì, nel Cristo pantocratore e nei suoi straordinari mosaici, ma in tutti i suoi angoli. Vogliamo parlare per esempio del chiostro?

Uno stile coerente a quello del duomo, certo, ma che risente delle tante maestranze che ci hanno messo mano, a perfetto manifesto di quella che era ed è la Sicilia: l’armoniosa convivenza di culture diverse, lontane, che sotto la stessa guida produce qualcosa di unico e incommensurabile. «Il monumento più completo, più ricercato che sia possibile costruire nel suo genere» scrisse Jean Pierre Houell.

Ora, volendo scadere nei tecnicismi dovremmo parlare di un chiostro a pianta quadrata, incorniciato da 26 archi ogivali per ogni lato che poggiano su colonne binate, decorate e dai capitelli istoriati. Ma proviamo un attimo a vederlo con gli occhi dello stupore: è lì che il chiostro diventa quello che è, un gigantesco libro. Un libro dove ogni colonna è diversa dall’altra, dove ogni capitello è un capitolo che racconta una storia del vecchio o del nuovo testamento, della simbologia sacra, della botanica, persino.

Con l’apoteosi raggiunta nel capitello della dedica, in cui è raffigurato Guglielmo II che offre il duomo in dono alla Vergine. E con il chiostrino a fungere da nota a pie di pagina tanto bella quanto zampillante di vita, come l’acqua che sgorga dalla fontana. Insomma un’esperienza da assaporare lentamente, come si fa con una storia fantastica che nonostante i suoi quasi mille anni non ha mai smesso di incantare.

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