Siccità in Sicilia è sempre più crisi: parte la caccia ai pozzi

Dighe sempre più vuote, condutture colabrodo e allacci abusivi alla rete. La situazione più grave in due province

24 Luglio 2024

L’emergenza siccità in Sicilia sta assumendo tratti sempre più drammatici. Abbiamo visto tutti le immagini dei nostri laghi che uno a uno si spengono lasciando il posto a una marea di fango. E se a Palermo la guerra dell’acqua è quella andata in scena tra Regione e Comune, con avvisi di razionamento programmati, smentiti e controsmentiti, in altre zone dell’Isola c’è chi l’acqua la vede ogni 18-20 giorni, come nei Comuni dell’Agrigentino, da Favara a Ravanusa, o anche di più, come in alcuni quartieri di Caltanissetta e Agrigento, dove a causa della poca acqua e della scarsa pressione non si riescono a rifornire le utenze più in collina.

Motivo per cui, per esempio a Caltanissetta Caltacque ha dovuto mettere in piedi un servizio di autobotti praticamente porta a porta. Autobotti che sono diventate introvabili: l’amministrazione comunale nissena da tempo si sta muovendo per acquistarne qualcuna per poter dare una mano, ma niente. Mentre tutti sperano in una improbabile pioggia e nella riattivazione dei dissalatori, che però non avverrà in tempi brevi.

E intanto è partita la corsa ai pozzi: Caltanissetta li censisce, Cammarata li requisisce, ad Agrigento chi ne ha uno se lo tiene stretto e a Santo Stefano Quisquina, dove se ne vorrebbe scavare uno per attingere dalla fonte locale, il Comune è pronto a fare la barricate per difendere la propria falda. Il tutto tra dighe vuote, condutture colabrodo e allacci abusivi alla rete. Insomma, non ci resta che sperare che quest’estate finisca presto. 

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