“Il ponte finora non si è fatto perché siamo stati troppo pignoli”. Giorgio Diana è professore emerito del Politecnico di Milano, insegna Meccanica e nella sua materia è considerato uno dei massimi esperti in Italia. Da decenni fa parte della squadra della società Stretto di Messina spa ed è lui che si è occupato di uno degli aspetti più delicati della progettazione del Ponte: l’azione del vento.
Lo abbiamo incontrato a Messina a margine di un incontro molto atteso organizzato dal consiglio comunale della città dello Stretto: un confronto tra i tecnici della società che deve costruire il ponte sospeso più lungo al mondo e quelli critici sulla fattibilità dell’opera, che hanno scritto le osservazioni per la Valutazione di impatto ambientale al momento in corso presso il ministero dell’Ambiente. Da una parte e dall’altra parliamo di ingegneri con grande esperienza in progettazione di ponti, luminari nel loro ambito.
E allora la prima domanda è: come è possibile che non esiste unanimità dell’ingegneria sulla fattibilità di un ponte che costerebbe all’Italia 14 miliardi? “Perché chi critica non ha partecipato al processo di progettazione e non ha il know how necessario”, replica secco Giorgio Diana che rimanda al mittente i dubbi sollevati da un team guidato da Mario De Miranda, anche lui certamente non l’ultimo arrivato. De Miranda progetta e realizza ponti in tutto il mondo ed è stato consulente principale per le attività di costruzione e montaggio degli impalcati del ponte sullo Storebaelt in Danimarca, all’epoca della sua costruzione il più lungo al mondo.
“Il salto dimensionale della campata unica da 2mila metri a oltre 3mila metri – spiega il professore Diana – siamo riusciti a farlo grazie al cassone multiplo, tre impalcati divisi da vuoti, che permette la stabilità anche dell’attraversamento ferroviario fino a 136 chilometri orari”. Per Diana dunque nessun dubbio sulla fattibilità. Anzi. “Abbiamo perso tempo – conclude – nel resto del mondo non si era mai arrivati a questo livello di dettaglio nello studio progettuale”.