Invasi sempre più vuoti. L’incubo di un’estate di sete si fa sempre più incalzante. E lo dimostrano alcuni passaggi della riunione dell’Autorità di bacino del Distretto idrografico della Sicilia, avvenuta lo scorso 30 aprile a Palermo, tra il catastrofico e il grottesco.
“I prelievi dal Fanaco (Ravanusa, Agrigento) potrebbero esaurirsi il 6 luglio”. “Per quanto riguarda l’Ancipa (Troina, Enna) con l’attuale livello dei prelievi si arriverebbe all’esaurimento per il 20 settembre, ma anche in questo caso si potrebbe sfruttare l’invaso morto che potrebbe allungare l’utilizzo fino alla fine di ottobre”.
Ma questa è solo una parte del verbale della riunione che ha avuto tra gli ordini del giorno il monitoraggio della severità idrica e la verifica dello stato delle risorse disponibili. Senza piogge autunnali e con le modestissime precipitazioni delle ultime settimane, l’Autorità si è messa in cerca di soluzioni per ritardare il più possibile il momento in cui in alcune città siciliane mancherà l’acqua a causa della siccità.
Siccità, lo stato degli invasi in Sicilia
Evidenziata la situazione drammatica del Fanaco, necessario per portare acqua potabile alle città di Agrigento, e quella della diga Rosamarina, per quanto riguarda Palermo, nello stesso documento si legge che “il sistema può reggere fino a gennaio 2025”. Alla conclusione si è arrivati simulando, come è stato fatto, una riduzione del 12-13% di acqua disponibile. Dopo febbraio, ha comunicato l’ingegnere Antonio Criminisi di Amap, la riduzione potrebbe raggiungere il 46%, rendendo “la situazione insostenibile”.
Alla riunione di aprile “non è stato possibile sentire Ati di Trapani” mentre “non è stato presente nessun rappresentante della provincia di Siracusa”. C’erano invece i rappresentanti di Ragusa e Catania, province in cui iniziano ad avvertirsi le prime criticità.
In zona iblea la percentuale di deficit di acqua potabile è intorno al 15%. Nel catanese, dove l’Etna è sempre stato un enorme serbatoio naturale d’acqua, le certezze vacillano. “Pure la Sei sul Calatino e i gestori grossisti hanno rilevato nell’ultimo mese una riduzione dei livelli di falda significativi in quanto ci sono state poche precipitazioni sull’Etna”.
Sidra e Acoset, entrambi distributori d’acqua nel catanese, hanno illustrato la situazione. La prima, una riduzione di acqua nelle falde di circa 20 metri e la necessità di immaginare sicuramente un razionamento dell’acqua, in estate, anche a Catania; la seconda una riduzione della portata d’acqua di circa il 10%-15%.
La richiesta di stato di emergenza
Questa la situazione in Sicilia, per quanto riguarda le previsioni sulla disponibilità di acqua potabile, a maggio 2024. Da Palazzo d’Orleans hanno comunicato che oggi, lunedì 6 maggio, il consiglio dei ministri esaminerà la richiesta siciliana di stato di emergenza per siccità. Una richiesta utile, però, a portare eventuali ristori per gli agricoltori. All’acqua potabile ad uso civile dovrà pensare la Regione, tramite le Autorità di Bacino, le Ati e le società gestore. Alla riunione parteciperà, andando direttamente a Roma, il governatore Renato Schifani.