Diventare padroni della propria vita significa innanzitutto essere autonomi. L’autonomia passa anche dalle piccole cose quotidiane, come la guida di un mezzo. Ma come funziona per la persona con disabilità? Scopriamolo insieme.
Si chiama patente speciale europea. Perché speciale? Perché è una forma particolare della patente B dedicata ai nostri amici con disabilità. Ma come fare per ottenerla? Scopriamolo insieme.
Avere una disabilità non comporta dover dipendere dagli altri. Chi ha una disabilità non è detto che non possa muoversi in autonomia, prendendo i mezzi o guidando la propria auto. A parte le modifiche da apportare al mezzo, chiaramente a seconda del tipo di disabilità, serve una patente “speciale”. Scopriamo cosa fare per prenderla.
- Innanzitutto occorre sottoporsi ad una visita presso una commissione medica locale che verificherà le sue condizioni, la sua funzionalità e lo stato dei suoi handicap. Il risultato della visita può anche essere contestato dalla persona con disabilità che può fare ricorso.
- Ma, se tutto va per il meglio, la commissione medica rilascia un certificato di idoneità che indica i dispositivi per il veicolo e cosa dovrà essere riportato nel foglio rosa e poi nella patente.
- Quindi occorre studiare! Tenendo conto di queste disposizioni, il nostro amico con disabilità può svolgere l’esame di guida teorico e pratico presso qualsiasi autoscuola.
- Durante l’esame, l’ingegnere della Motorizzazione avrà cura di confermare o correggere la tipologia di dispositivi e adattamenti previsti dalla commissione.
- Una volta ottenuta, la patente speciale resta valida per 5 anni. Alla scadenza occorre procedere al rinnovo, ma se, al momento del rinnovo, la commissione medica decide di prescrivere nuovi o ulteriori adattamenti, la patente andrà sostituita e integrata con le prescrizioni della commissione.
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