Si può avere un ristorante stellato e non tirarsela troppo? Un deciso sì arriva da Tony Lo Coco, chef de I Pupi di Bagheria, che con orgoglio afferma: “Il fine dining deve essere easy, divertente. Il cliente deve sentirsi a casa”. E sull’onda delle sue idee non convenzionali Lo Coco si appresta a guidare l’associazione Le soste di Ulisse che unisce le eccellenze dell’Isola tra ristoranti, alberghi, cantine e aziende.
Le soste di Ulisse
Un riconoscimento che il cuoco prende molto seriamente: “Questo ruolo mi riempie di gioia e di responsabilità – ha detto – lavorerò per il bene delle eccellenze siciliane”. Per dare nuova forza all’associazione i progetti non mancano: ”Stiamo organizzando un nuovo lancio con una comunicazione più incisiva – ha detto – collaborazioni con aeroporto di Palermo e Catania. Sfrutteremo al massimo le nuove tecnologie per collegare domanda e offerta. Fare rete è fondamentale”.
Lo street food di Tony Lo Coco
Lo Coco, palermitano di nascita, bagherese d’adozione, è legatissimo al territorio, una caratteristica che si rispecchia nei suoi piatti. Noto anche per le sue rivisitazioni dello street food come le stigghiola di seppia, il falso panino con la milza, oggi presenta ai suoi clienti anche una sorta di pasta al forno di design. “Voglio celebrare i piatti della tradizione – ha spiegato – ma in chiave moderna. Mettere ordine negli ingredienti e nella presentazione, offrire magari qualcosa di più leggero”. Ordine e misura non compromettono la creatività: “Nella mia cucina sperimentiamo ogni giorno restando fedeli al territorio e alla stagionalità dei prodotti”.
Una stella Michelin
Una ricetta la sua che gli ha portato non solo fortuna, ma anche la stella Michelin: “Non ho mai lavorato per la stella – ha spiegato – Noi lavoriamo per i clienti, per offrire loro un’esperienza al massimo delle nostre possibilità. Bagheria non è esattamente un posto centrale – ha continuato – quindi dobbiamo fare di tutto per farli tornare. Certamente la stella ha portato gioia, ma anche senso di responsabilità”.
Fare impresa in Sicilia
Lo Coco ha le idee chiare anche su cosa significa fare impresa in Sicilia: “Penso di vivere nella terra più bella del mondo – ha sottolineato – motivo per il quale ho deciso di restare e di investire insieme a mia moglie sulla nostra passione e sul nostro ristorante”. Ma i problemi non mancano: “La mia realtà è ancora troppo legata alla stagionalità – ha detto – d’estate c’è un flusso maggiore, l’isola si popola. Senza considerare i problemi legati a incendi, siccità e collegamenti”.
Nonostante tutto Lo Coco non ha dubbi: “Lasciare la Sicilia non è un’opzione. È un territorio ricchissimo. Nell’arco di due chilometri posso trovare piccoli produttori, pescatori di fiducia. Una materia prima che per me è un valore aggiunto. Insomma stare qui non mi fa mai perdere il gusto… di lavorare”.