Così voi non per voi producete il miele, o api. Lo scriveva Virgilio più di duemila anni fa, ma ora a quanto pare le cose sono cambiate. Perché oggi come oggi, se non sapete scegliere un miele al supermercato rischiate di comprare un prodotto a cui le api non sono neanche passate vicino.
Secondo le indagini effettuate dall’Unità antifrode della Comunità europea, su 320 lotti di miele importati da Paesi extra-Ue, 88 di quelli non conformi alle leggi comunitarie provenivano dalla Cina, il resto da Ucraina, Argentina, Messico, Brasile, Turchia e pure Gran Bretagna, che da par suo importa molto miele dall’estero per poi lavorarlo in patria.
Nella maggior parte dei casi la mancata conformità dipendeva dai prodotti: diluiti con sciroppi di glucosio, che costano poco e abbattono il prezzo finale. Ancora una volta, purtroppo, uno dei migliori criteri per scegliere un miele buono è dunque guardare il prezzo. Inoltre il miele elaborato non contiene neanche tutte le proprietà officinali del miele di qualità.
Ma quanto costa a un produttore siciliano produrre un chilo di miele? Il prezzo si aggira attorno ai cinque euro contro i quasi due euro del prodotto che arriva da Paesi extra-Ue e di cui non si conosce gran parte delle volte la reale composizione, né se sia davvero miele d’api al cento per cento oppure un prodotto edulcorato. E visto che costa così tanto e che comunque le aziende italiane non riescono a coprire il fabbisogno nazionale, che comprende pure l’industria dolciaria, si importa quasi tutto da fuori. Anche perché a causa del cambiamento climatico pure la produzione nostrana si è drasticamente ridotta. L’unica cosa che resta da fare, dunque, è controllare le etichette, visto che le leggi italiane impongono di specificare la provenienza del miele su ogni vasetto.