Si chiamerà museo del presente, è già pieno di riferimenti al passato, alla memoria, basti pensare che è dedicato a Falcone e Borsellino, ma appena entri ti folgora con un neon su cui campeggia la scritta futuro. E già questo è bastato per convincerci ad andarlo a visitare. Un posto che nasce su impulso della Fondazione Falcone e di tantissimi altri partner, che già nella sua anteprima, la biblioteca blu, la cui apertura anticipa quella del museo, promette una narrazione e un livello di suggestione altissimo.
Una biblioteca blu nel vero senso della parola, ma non un blu qualunque, quelle sui muri sono infatti le tre tonalità create appositamente dall’azienda Alcea che portano il nome di Falcone, Borsellino e del futuro. Qui facciamo futuro! Urlano le luci che illuminano la sala. E lo fanno, nell’era del digitale, attraverso la carta, con i libri che furono di Giovanni Falcone, con la pellicola, quella usata per le foto di Giuseppe Gerbasi che raccontano Palermo dalle pareti e con tutta una serie di oggetti di design che hanno una finalità che va oltre il senso estetico: quella di creare comunità, incontro, confronto.
Una sala dove coltivare il pensiero, dove farlo crescere e persino esprimerlo. Dove i grandi possono dedicarsi alla lettura e i bambini possono anche divertirsi sul divano che rappresenta l’ultimo orso polare alla deriva su un iceberg e magari fare domande e farsi raccontare dai grandi le storie straordinarie di quelle persone ritratte sulle pareti.
E questo è solo il primo passo, a cui seguiranno l’apertura del museo vero e proprio e del giardino monumentale, che diventerà un design park, avrà una casa per i più piccoli, una caffetteria etica e un bookshop. Perché l’esercizio della memoria non riguarda l’ostinarsi a tenere in vita qualcosa che non c’è più, è anzi il modo migliore per andare avanti senza rischiare di ripiombare in un brutto brutto passato.