Perché se al supermercato trovo un olio siciliano sotto i dieci euro forse non è poi così siciliano? Ma anche, perché non riesco a trovare un olio a buon mercato? Lo spunto ci arriva dai social, dove un utente si è lamentato per il costo di una bottiglia d’olio ed è stato sommerso da una valanga di commenti, alcuni dei quali anche molto polemici.
Cerchiamo quindi di fare chiarezza su queste domande. Un olio, uno di quelli buoni, magari Igp, proveniente da un territorio noto per la qualità della sua produzione, come tanti ne abbiamo in Sicilia, ha un costo e questo non può scendere sotto una certa soglia. Per produrre un litro d’olio nella nostra Regione, secondo i dati del consorzio Igp siciliano, servono in media tra 4,5 e 5 euro, anche perché nel territorio siciliano le aziende sono in media più piccole, spesso a conduzione familiare e non così meccanizzate.
Se al supermercato trovate un olio locale a un prezzo inferiore, quindi, fatevi qualche domanda. Quanto meno sulla reale provenienza delle olive. La parte più corposa del costo di produzione è quella che riguarda la potatura e la raccolta: il costo di un operaio stagionale per la raccolta si aggira attorno ai 90 euro al giorno e i controlli contro il caporalato oggi sono sempre più frequenti.
Ma perché abbiamo comunque difficoltà a trovare un olio anche straniero, a prezzi umani? C’entra ancora una volta il cambiamento climatico. Per il secondo anno consecutivo infatti la Spagna, che produce la gran parte dell’olio mondiale – circa i due terzi del fabbisogno – e dove grazie alla meccanizzazione industriale si riesce a raggiungere un costo di produzione di quasi due euro al litro, ha avuto un calo drastico della produzione e lo stesso è successo a Grecia e Nordafrica, che ha addirittura ha fermato l’export. Quindi domanda più alta, offerta più bassa, prezzi che s’impennano. Ma nel complesso anche la qualità media è maggiore, quindi almeno un aspetto positivo l’abbiamo trovato.