Medici in fuga all'estero Ecco perché succede

Tra maggio e agosto le richieste di lasciare l’Isola sono aumentate del 40%. L’analisi di Francesco Musumeci, luminare di chirurgia cardiaca

28 Marzo 2024

Ma quando si arresterà la fuga dei cervelli dalla Sicilia? Nessuna promessa è bastevole per gli operatori sanitari che decidono di andare fuori. Un’emorragia che non accenna a finire, anzi: tra maggio e agosto le richieste di lasciare l’Isola sono aumentate del 40%. Un dato certamente preoccupante che non accenna a flettere. Il fenomeno, soprattutto a partire dal 2009 con l’inizio del blocco del turnover e dei contratti, ha impattato sulla grande carenza di personale che oggi vive il sistema sanitario nazionale.

Il rischio è quello di creare cattedrali nel deserto, soprattutto a fronte di un Pnrr che non prevede l’aumento degli stipendi o di altre gratificazioni. A raccontare il fenomeno è Francesco Musumeci, senior consultant di Chirurgia cardiaca dell’Ismett di Palermo. Il sistema, secondo quanto ci ha raccontato, non premia, anzi affossa, non offre possibilità di avanzamento e che consente una mala gestione delle strutture sanitarie.

La cronaca, del resto, racconta di dipendenti che spesso operano in strutture poco sicure, alla mercé di un pubblico che non sempre rispetta la categoria, di medici a rischio anche di aggressioni. E dalla stessa cronaca arriva notizia di una “fuga” oltre confine di quasi 40mila laureati nelle università italiane nell’ultimo triennio che, oltre ad aggravare pesantemente le carenze di personale, hanno costi elevati e nessun ritorno.

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