Quante sono le donne dirigenti in Italia? Uno studio realizzato da ManagerItalia sugli ultimi dati resi disponibili dall’Inps rivela che sono il 21,4% del totale, una percentuale ancora bassa ma in crescita se si considera l’aumento dell’8,1% rispetto all’anno scorso e del 92% rispetto al 2008. La crescita è dunque in corso.
Ed è rilevante il dato che arriva dalla Sicilia che detiene il primato italiano per numero di dirigenti donne. A questo proposito è intervenuta Daniela Segreto, dirigente del dipartimento programmazione della Regione Siciliana, autorità di gestione dei programmi di cooperazione transfrontaliera: “Non mi sento discriminata, né di avere avuto un aiuto in quanto donna. È vero che, secondo me, il lavoro nel pubblico è molto diverso dal privato. Gli ostacoli che nella vita ho avuto in ambito lavorativo non credo siano legati al mio genere. Quello che invece probabilmente risulta discriminante è il possibile risentimento che gli uomini possono provare. Molte donne rinunciano ad un ruolo dirigenziale proprio per non inficiare la propria relazione”.
La crescita delle donne dirigenti in Italia
Il ricambio generazionale fornisce un ulteriore dato. Se complessivamente le donne al comando sono il 21,4% del totale, la percentuale raggiunge il 39% tra gli under 35. Se invece si prende in esame i ruoli un gradino al di sotto di quelli dirigenziali, le donne sono già il 32% in assoluto e il 40% tra gli under 35.
Le donne dirigenti sono di più nel terziario (25,4%) rispetto all’industria (15,9%), nelle aree più sviluppate e nelle aziende più grandi e strutturate con una valida presenza e gestione manageriale.
I settori in cui ci sono più dirigenti donne
Nell’ultimo anno l’aumento delle donne dirigenti è un fenomeno rilevante che arriva contemporaneamente all’incremento complessivo dei manager. E riguarda tutti gli ambiti economici italiani.
Il Terziario per esempio segna un complessivo aumento dei manager del +5.3% mentre le donne fanno registrare un +8,5%. Ancor più significativo l’aumento nei settori delle sanità e dell’assistenza sociale con un +18.3% totale con le donne che raggiungono il +20,2%.
Nei servizi d’informazione e nella comunicazione d’impresa l’incremento del numero di donne è del 10,5% rispetto al totale dei nuovi manager che si ferma al +6,5%.
Più lenta la crescita nell’industria che fa segnare un +7.1% di nuove manager e un incremento manageriale complessivo solo del +1,8%.
In calo, invece, il comparto dell’istruzione e dell’insegnamento: -34.6% complessivo e – 48% per le donne: “Questo è un dato che fa riflettere sulle scente di genere”, afferma Daniela Segreto. Il motivo? Evidentemente sono cambiate le ambizioni delle donne che adesso guardano sempre di più ad altri settori e ambiti lavorativi.
Donne dirigenti, il primato della Sicilia
Con il 28% la Sicilia è la regione con la percentuale più alta di donne in posizioni dirigenziali. A seguire c’è il Lazio (27,6%), Puglia (24%), Molise (23,1%) e Lombardia (23,3%). In coda alla classifica, invece, ci sono Trentino-Alto Adige (10,9%), Umbria (13%) e Friuli-Venezia Giulia (13,6%).
Complessivamente la crescita dei dirigenti è un fenomeno che riguarda quasi tutta Italia ad eccezione di Trentino-Alto Adige (-1,8%), Molise (-1,4%), Campania (-1,5%) e Calabria (-5,3%).
Sicilia al top anche per numero di imprenditrici
Se la Sicilia è al top in Italia per numero di donne dirigenti, è anche tra le prime 30 regioni in Europa per numero di imprenditrici e lavoratrici autonome. Lo rivela uno studio realizzato dall’osservatorio economico di Confartigianato Sicilia.
Tra 233 regioni europee, tra le prime dieci regioni per numero di occupate indipendenti, cinque sono italiane e l’Isola, con 75 mila donne imprenditrici e lavoratrici autonome, figura tra le prime 30. Dal report si evidenzia come l’imprenditoria femminile in Sicilia contribuisca all’occupazione e a costruire un futuro di sviluppo. “I numeri che presentiamo in questo studio – dice Maria Grazia Bonsignore (nella foto), presidente regionale del movimento Donne Impresa in Sicilia – dimostrano come sia fondamentale il ruolo delle donne nel mercato del lavoro, ma c’è ancora molto da fare per abbattere le difficoltà che ci ostacolano nel quotidiano. Occorre pensare a un sistema di welfare a misura delle esigenze delle donne come madri, mogli, figlie, lavoratrici. La donna imprenditrice non crea benessere solo alla propria azienda, ma crea un benessere nella società in cui opera. E anche per questo è indispensabile pensare a un sostegno all’imprenditoria femminile sotto ogni aspetto”.