La bordata di fischi al termine di ogni partita casalinga al Massimino è diventata ormai la triste colonna sonora della terribile stagione vissuta fin qui dal Catania.
Non c’è pace per i rossazzurri in campionato, con l’ennesimo pareggio a reti bianche arrivato nel match contro il Potenza che regala soltanto un punticino e nulla più. La prima di “Zorro”, Michele Zeoli, richiamato per la seconda volta dall’ad Grella dopo la risoluzione consensuale del rapporto con Cristiano Lucarelli, si è risolta con un nulla di fatto. Sì, perché proprio niente appare cambiato rispetto alla gestione del tecnico livornese a livello di gioco e cattiveria agonistica.
È vero, servirà del tempo all’ex leggenda etnea – di nuovo alla guida del club etneo soltanto a partire dallo scorso giovedì – ma quanto visto sul rettangolo verde contro i lucani di Marchionni non ha scacciato i fantasmi del recente passato.
Se il primo tempo non ha regalato la benché minima emozione, ma forse qualche sbadiglio ai quasi 16 mila presenti come di consueto nell’impianto di piazza Spedini, la ripresa ha invece presentato una lista di errori da film horror.
Disattenzioni difensive – con diversi miracoli di Furlan a salvare il risultato – ma soprattutto errori sotto porta da tripla matita blu che in una situazione del genere non possono essere perdonabili. Le occasioni fallite da Chiarella o Costantino, a tu per tu con Alastra, testimoniano come il Catania non sia lucido ma soprattutto cattivo. E, per una squadra impelagata nei bassifondi della graduatoria con dei drammatici play-out da evitare, ciò non è ammissibile. 0-0, poco altro, e fischi dunque. Il film horror continua: ai rossazzurri e al coraggioso Michele Zeoli il dovere di modificare la sceneggiatura e costruire un lieto fine che al momento appare come una chimera.