Conoscete la storia di Hector? Tutti i giornali ne hanno parlato. Hector è un bimbo di pochi mesi arrivato in Sicilia dal Venezuela con la madre e salvato da un destino di morte che gli era stato diagnosticato in patria. Lo hanno riportato in vita i medici della Cardiochirurgia pediatrica di Taormina, un’eccellenza siciliana nel mondo della sanità che, però, ha rischiato di chiudere i battenti e sul cui futuro pendono ancora tante incertezze.
Il reparto potrà continuare ad operare almeno fino al 31 luglio perché la convenzione tra l’Asp di Messina e l’ospedale pediatrico Bambin Gesù (la cui scadenza era prevista per il 31 gennaio) è stata rinnovata. Il ministero della Salute ha infatti accolto la richiesta avanzata dalla Regione per mantenere in funzione la struttura. Ma solo in attesa che entri a regime la Cardiochirurgia pediatrica del Civico di Palermo.
Il problema, dunque, è solo rimandato visto che la proroga dell’attività del reparto istituito nell’ospedale San Vincenzo è di appena sei mesi. Secondo il governo regionale, infatti, la Cardiochirurgia pediatrica di Taormina deve chiudere, perché in Sicilia – stando alle regole nazionali – c’è posto per un solo reparto di questo tipo. E il suo posto è a Palermo. Che succederà da qui a luglio?
“In questi sei mesi, comunque, va trovata una soluzione definitiva – commenta il presidente della Regione Renato Schifani -, e continuiamo a lavorare per raggiungere questo obiettivo, non nascondendo le difficoltà dei vincoli posti dal vigente ‘decreto Balduzzi’. Assicurare ai piccoli pazienti affetti da patologie cardiologiche la continuità delle cure e dell’assistenza è, in ogni caso, la nostra priorità, così come siamo consapevoli degli ottimi livelli qualitativi che la struttura taorminese ha raggiunto in questi anni”.
Negli ultimi sei mesi l’equipe guidata dal chirurgo Sasha Agati è andata avanti grazie alla precedente proroga che scadeva il 31 gennaio. Nonostante il futuro incerto, qui nessuno si è fermato. E la storia del piccolo Hector è l’ennesima testimonianza dell’importanza e del valore di questo posto. “Un pezzetto di cielo sulla terra”, lo descrive Leonela, la 37enne mamma di Hector, uno scricciolo di quattro mesi nato con una malattia che si chiama trasposizione delle grandi arterie, i vasi che escono dal cuore invertiti. “In Venezuela mi avevano detto che non c’era più niente da fare – racconta Leonela – ma io non mi sono arresa”.
Da un video-appello della donna, si è messa in moto una macchina di solidarietà, competenze e relazioni che ha portato Hector a Taormina il giorno di Natale. Il 28 dicembre è stato operato e adesso può tornare in Venezuela per iniziare la sua vita.