Che aria respiriamo?

Legambiente pubblica il nuovo report. In calo i livelli di inquinamento, ma è sufficiente?

9 Febbraio 2024

Che aria si respira in Italia? Quanto smog invade le nostre città? E la Sicilia? Sono interrogativi a cui ancora una volta prova a rispondere Legambiente con il nuovo report “Mal Aria di città 2024”, redatto nell’ambito della Clean Cities Campaign.

I livelli di inquinanti atmosferici, per la verità, nel 2023 sono calati, ma come si legge nella nota trasmessa da Legambiente, un vero miglioramento della qualità dell’aria è ancora lontano dai limiti normativi che verranno approvati a breve dall’Ue, previsti per il 2030. Ma è distante soprattutto dai valori suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Quali sono le città italiane con più smog?

Il report di Legambiente ha analizzato i dati del 2023 nei capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) che del biossido di azoto (NO2). Sono 18 le città sulle 98 monitorate che hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo). Erano state 29 le città fuorilegge nel 2022 e 31 nel 2021.

In vetta alla classifica c’è Frosinone che ha registrato 70 giorni di sforamento, il doppio rispetto ai valori ammessi, seguita da Torino con 66, Treviso con 63 e poi Mantova, Padova e Venezia con 62. Dal report emerge che sono le tre città del nord quelle più inquinate. Le venete Rovigo, Verona e Vicenza superano i 50 giorni, Milano 49 giorni, Asti 47, Cremona 46, Lodi 43, Brescia e Monza 40. La lista delle 18 più inquinate si chiude con Alessandria con 39, Napoli e Ferrara con 36.

Come va in Sicilia?

Sebbene il dato Palermo e Catania sia bel al di sotto dei livelli di molte altre città italiane, soprattutto al Nord, il valore sarebbe comunque fuorilegge secondo i valori che saranno in vigore nel 2030.

 I dati del report di Legambiente evidenziano un miglioramento rispetto all’anno precedente, principalmente attribuibile “alle condizioni meteorologiche ‘favorevoli’ che hanno caratterizzato il 2023, anziché a un effettivo successo delle azioni politiche intraprese per affrontare l’emergenza smog”. Tuttavia, se il 2030 fosse già qui, il 69% delle città risulterebbe fuorilegge per il PM10, con le situazioni più critiche a Padova, Verona e Vicenza con 32 µg/mc, seguite da Cremona e Venezia (31 µg/mc), e infine da Brescia, Cagliari, Mantova, Rovigo, Torino e Treviso (30 µg/mc).

Situazione analoga anche per il PM2.5: saranno oltre i futuri limiti l’84% delle città, con i valori più alti registrati a Padova (24 µg/mc), Vicenza (23 µg/mc), Treviso e Cremona (21 µg/mc), Bergamo e Verona (20 µg/mc). L’NO2 è l’unico inquinante in calo negli ultimi 5 anni, ma il 50% delle città resterebbe comunque fuori legge. Napoli (38 µg/mc), Milano (35 µg/mc), Torino (34 µg/mc), Catania e Palermo (33 µg/mc), Bergamo e Roma (32 µg/mc), Como (31 µg/mc), Andria, Firenze, Padova e Trento (29 µg/mc) sono le città con i livelli più alti.

Approfondisci