Lo si sente dire spesso: “In Sicilia non c’è lavoro”. Ma è davvero così? In realtà l’ultimo studio di Confartigiano mette in luce una improvvisa crescita dell’occupazione in tutta Italua, ma soprattutto nell’Isola.
Lavoro, cresce l’occupazione in Sicilia
Dall’analisi dei dati trimestrali del mercato del lavoro, svolta in collaborazione con l’Ufficio Studi di Confartigianato Marche, emerge una maggiore spinta del Mezzogiorno. A settembre 2023 si registra una crescita degli occupati dell’1,9% (in media degli ultimi 12 mesi), pari a 435 mila lavoratori in più, con un aumento più sostenuto per il Mezzogiorno (+2,8%), contro +1,7% del Nord-est, +1,5% del Nord-ovest e il +1,4% del Centro.
Tra le maggiori regioni per numero di occupati, gli aumenti più significativi e superiori alla media nazionale sono in Sicilia (+3,9%), Puglia (+3,7%), Veneto (+3,0%) e Campania (+2,5%). Dati certamente positivi che però si scontrano con un altro recente report quello della Cgia di Mestre, basato sui dati di Unioncamere–Anpal. L’indagine rivela che sebbene il mercato del lavoro in Sicilia sia in crescita, con una domanda crescente per alcune figure professionali, dall’altra viene a mancare la risposta. Il report, infatti, non solo evidenzia quali siano le figure professionali più ricercate, ma indica anche un alto livello di difficoltà nel reperimento del personale. Come dire: il lavoro c’è, ma in pochi sono disposti a svolgere alcuni mestieri.
Le 5 figure professionali più richieste in Sicilia
Secondo l’indagine, le figure professionali maggiormente ricercate in Sicilia sono commessi, camerieri, muratori, conducenti di mezzi pesanti e camion, addetti alle pulizie. Nelle grafiche a seguire, la top 5 delle professioni più richieste con la percentuale sulla difficoltà di reperimento e con una previsione di compenso annuale.
In particolare, nel corso del 2022, su 24.150 commessi per le vendite necessari al fabbisogno delle imprese dell’Isola, non sono state trovate quasi 6.300 figure. Il dato è più alto per camerieri e chef, circa 10 mila lavoratori introvabili su 22.830 ricercati. Nel campo dell’edilizia, gli imprenditori non sono riusciti a ingaggiare ottomila muratori su 21 mila richiesti, nel campo delle pulizie introvabili 4.250 persone su oltre 15 mila lavoratori previsti. Numeri ancora più alti per le imprese che cercano conducenti di mezzi pesanti e camion: il buco è di oltre 6.500 camionisti su un totale di 14.760 occupabili.
Perché non si trovano alcune figure provessionali in Sicilia?
I mestieri più introvabili sono certamente quelli più usuranti e meno retribuiti. Va anche detto che non sempre i percorsi di studio sono in linea con le esigenze del tessuto imprenditoriale.
“In Sicilia mancano periti meccanici, tecnici del legno, periti elettronici, tecnici delle telecomunicazioni, ingegneri e matematici, fisici e chimici, conduttori d’impianti – commenta il vicepresidente vicario di Sicindustria, Ivo Blandina -. E questo perché continua ad esserci un forte disallineamento tra le scelte formative dei giovani e i fabbisogni delle aziende. Occorre quindi predisporre percorsi di studio in linea con le esigenze del tessuto imprenditoriale, creare un sempre più forte collegamento tra il mondo della scuola ed il mondo del lavoro e fare una formazione continua di qualità”. Da una parte, quindi, il tasso di disoccupazione resta altro, dall’altra il 40% delle imprese non riesce a trovare le figure professionali di cui ha bisogno.
“Per contrastare il disallineamento tra scuola e lavoro – commenta il segretario della Cgia Renato Mason – dobbiamo investire sull’orientamento, spiegando agli insegnati, alle famiglie e ai ragazzi che nella vita professionale ci si può affermare anche come lavoratori autonomi. Più in generale, comunque, bisogna ridare dignità al lavoro manuale, pagarlo di più e ricordare a tutti che gli istituti professionali e quelli tecnici non sono scuole di serie B, ma realtà che sono in grado di formare gli operai e i tecnici del futuro, molti dei quali lavoreranno in camice bianco e in dotazione avranno strumentazioni tecnologiche dal valore economico di migliaia e migliaia di euro”.
Nasce un osservatorio sul lavoro in Sicilia
Per analizzare l’andamento del mercato del lavoro, realizzare ricerche e statistiche ma anche individuare le figure occupazionali più ricercate di volta in volta dalle aziende, è stato istituito un Osservatorio che fa capo all’assessorato regionale della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro.
Tra gli obiettivi c’è anche l’attivazione di corsi di formazione che possano soddisfare la domanda che arriva dal mondo delle imprese. “Attraverso una programmazione mirata – commenta l’assessore Nuccia Albano – può essere annullato il divario sociale ed economico della Sicilia con le aree più avanzate del Paese nel settore dell’occupazione, e abbattere il gap di competitività che penalizza le nostre aziende nel libero mercato internazionale. I nostri giovani devono essere adeguatamente formati per poter cogliere le nuove opportunità che il mercato del lavoro offre”.