Cosa spinge i giovani a lasciare gli studi?

I dati preoccupanti che interessano la Sicilia e il resto del Mezzogiorno. Come combattere l’abbandono scolastico: i piani del Pnrr

23 Gennaio 2024

La dispersione scolastica – ossia la mancata, incompleta o irregolare fruizione dei servizi dell’istruzione – in Italia è un fenomeno sempre più allarmante, soprattutto nel Mezzogiorno. Dati per nulla confortanti: il 16,6%, ovvero 83 mila ragazzi, sono stati bocciati lo scorso anno perché non hanno raggiunto la soglia minima delle presenze. 

Percentuali che interessano i giovani tra i 18 e i 24 anni con nessun titolo di studio o al massimo la licenza di scuola media. La maglia nera va al Sud Italia, contro il 10,4% nel Centro-Nord. A fronte di una media europea del 9 per cento. Una piaga italiana, che però sembra non allarmare i governi e il solo Pnrr non basterà a risanare la ferita.

Secondo una ricerca Svimez in via di pubblicazione emerge che l’investimento per alunno del Pnrr sull’istruzione (esclusi gli asili nido) è stato pari a 903 euro nella provincia di Milano, dove il tempo pieno è assicurato al 75% dei bambini della primaria, mentre è di 725 euro a Palermo, col tempo pieno solo al 10%. Ecco perché Luca Bianchi, direttore di Svimez, in una recente intervista a Repubblica ha messo in luce i limiti dei fondi Pnrr nel campo dell’istruzione, perché al momento non consentono di colmare i divari.

Tuttavia sono previsti interventi di sostegno per 820.000 studenti entro la fine del 2025. L’auspicio è che entro il 2026 il tasso di abbandono scolastico possa scendere al 10,2%, avvicinandosi alla media europea (9,7%).

I dati allarmanti

Il fenomeno riguarda principalmente (e in una percentuale maggiore) i maschi nella fascia di età 14-15 anni. Come già detto in precedenza, coinvolge maggiormente gli studenti delle regioni meridionali: Campania, Sicilia, Calabria, Puglia e Molise sono le regioni che presentano l’incidenza maggiore del fenomeno della dispersione scolastica. 

In Italia riguarda di più gli stranieri, che abbandonano medie e superiori molto più degli italiani. Notevole è la differenza tra alunni stranieri nati in Italia e nati all’estero: questi ultimi si trovano in maggiore difficoltà rispetto ai nati in Italia. Un altro dato è rappresentato dal periodo di passaggio tra le medie e le superiori, che rappresenta ad oggi il momento più “critico”. 

Per la scuola superiore, infine, il fenomeno si differenzia tra i vari percorsi di studio. Il tasso di dispersione scolastica più contenuto si registra nei licei (1,6%), seguiti dagli istituti tecnici (3,8%) e dagli istituti professionali (7,2%). La percentuale di abbandono più elevata riguarda i percorsi regionali Iefp (corsi di Istruzione e Formazione professionale di competenza regionale), con un abbandono complessivo del 7,9%.

I fattori di rischio

I fattori di rischio che spingono i giovani studenti ad abbandonare la scuola riguardano maggiormente la dimensione psicologica e quella soggettiva: il senso di inadeguatezza e la difficoltà di apprendimento possono provocare demotivazione nel soggetto spingendolo così a credere che la soluzione migliore è quella di andare oltre, di abbandonare il percorso di studi.

Ma non solo. Le incidenze più elevate di abbandono scolastico si registrano dove il livello d’istruzione dei genitori è più basso. La situazione che il soggetto vive all’interno del nucleo familiare è fondamentale, infatti sono più portati ad abbandonare la scuola precocemente anche i giovani i cui genitori non hanno una professione qualificata o non lavorano.

Difficoltà nella formazione delle capacità sociali, cognitive ed emotive sono solo alcune delle conseguenze che provoca la povertà educativa nel soggetto coinvolto. Dati che sottolineano quanto la necessità di fare degli interventi mirati per contrastare la dispersione scolastica sia fondamentale in Sicilia, come nel resto del Paese.

È fondamentale che le istituzioni e le famiglie collaborino per creare un ambiente educativo più inclusivo per i soggetti in difficoltà e di supporto per aiutare a ritrovare la motivazione che per qualsiasi motivo hanno perso in precedenza. 

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